Relazione critica sulle opere dell’artista Giuseppe Missorici

Percorso tecnico – filosofico dell’artista fino ad oggi

La produzione del pittore segue percorsi brevi di sperimentazione di chiara esigenza linguistico – espressiva, da una prima fase figurativa di volti e figure femminili, si profila il desiderio di una pittura astratta.

I primi tentativi seguono i passi della pittura gestuale e materica, una sintonia inconsapevole del pittore autodidatta con la pittura del primo Novecento italiano.

In seguito alle prime mostre e consigli di esperti, l’artista ricerca un proprio stile, un proprio segno, incentivando i propri studi con approfondimenti di storia dell’arte.

È un percorso intriso di gesto e colore che nel tempo trova una sua sintesi e un suo concetto, un accordo tra cromie e campiture piatte, un equilibrio di composizione e simbolo. Alcuni quadri esprimono la tensione e il dinamismo, altri l’equilibrio. Si tratta di uno studio-ricerca degli strumenti della pittura sapendo quanto valore essi assumano su una superficie come la tela. “La pittura non deve necessariamente imitare o esprimere, può anche essa cercare se stessa”.

I soggetti trattati si dividono in paesaggi, temi fantastici, ritratti, figura umana e astratti.

I paesaggi

Questo tema viene trattato durante le diverse fasi della carriera artistica con metodologie differenti. I paesaggi esotici del 2008 come “Africa” e “Sognando la pampa” presentano colori caldi e vivi, atmosfere assolate, pennellate slavate e scene ferme, immortalate nella calura del luogo.
Il paesaggio diventa tema fulcro di composizioni impressioniste, come “Paesaggio dedicato a Anton Gutknecht”(1).
In seguito cambia il suo ruolo e dal 2009  funge da quinta scenografica, fino a quasi scomparire nei casi astratti.
Il paesaggio permane ancora solo nei temi fantastici.

I temi fantastici

La scelta di tali produzioni nasce dalla suggestione filmica, ponendo scene come pretesto ai fini di omaggi ipotetici ad attori o artisti, è il caso di “Omaggio a Jonny Deep” e “Danza di un fiore” (dedicato a Van Gogh). In “Omaggio a Johnny Deep” la pennellata, frammentata ed espressionista, e i  riflessi di luce vengono sapientemente dosati tra foglie e fili d’erba. Tracce di rifrazione cromatica sono chiari segni di una conoscenza di tecniche espressioniste en plein air. Si profilano scene surreali di personaggi non inseriti spazialmente, come insegna Manet, identico gioco di collocazione e profondità. Sono scene al di fuori di una concezione spazio – temporale, oniriche e ideali, dove il momento rappresentato si fonde tra colore e pennellata. In una stasi irreale il colore fa da vero protagonista, rifrangendosi qua e là sulle superfici.

La figura umana e il ritratto

Importante passaggio per ogni artista è la relazione con la figura umana, anche per Missorici rappresenta un passaggio dovuto e sentito.
La condizione interna dell’artista combattuto tra reale e astratto, si denota nelle relazioni chiaroscurali che non sono mai del tutto nette. Esse non arrivano mai al crudo realismo, si fermano prima a scene di luce diafana,tendendo sempre all’espressionismo.

Dalle figure di donna, oggetto di studio di composizioni pittoriche, l’artista passa al tema più cruciale del ritratto, arrivando ad alti risultati di impostazione fisiognomica e tecnica; esempio di elegante composizione, dalla non trascurabile carica emotiva, è “Grazia”, oltre quello della moglie “Charmaine”.

L’astratto: tecnica – composizione e colore
La vera vocazione di questo artista è nella pittura astratta, non che si voglia sminuire quanto sostenuto sopra, ma si evince chiaramente come gli strumenti pittorici arrivino a cantare note di alto livello nelle composizioni astratte.
Un esempio di evoluzione della scelta pittorica astratta è la fase geometrica presente in alcune composizioni in cui appare chiaramente in superficie, essendo struttura e forma dell’opera, come: “Girandola”, “Jaqueline”, “Il mistero dell’uomo” e “2013”; in altre opere essa si cela dietro la pennellata, come: “Volando nel blu” , “Luce”, “Agonia”.
La geometria è la determinazione dello spazio, dell’esistenza delle forme in pittura quindi appartiene anch’essa alle condizioni minime della grammatica artistica.
Missorici gioca con la grammatica pittorica per operare pure rappresentazioni, unico richiamo alla realtà sono  i titoli ed alcuni riferimenti alla natura.
È una pittura astratta caratterizzata da forme vive, spettri vegetali della natura trasposti in puri giochi di colore.

Tecnica e pennellata

La tecnica spazia da spatolati, campiture piatte, pennellate virgolettate e vigorose o allungate come lingue.
Ogni uso di questi elementi è funzionale alla trascrizione emotiva e psichica delle tensioni interne.
La pittura arriva al suo linguaggio madre per esprimere se stessa, privandosi finalmente della valenza referenziale di cui ne rimane minimo spettro nei titoli.
La pennellata è materica, corposa e viva nelle opere di valenza semi- astratta dove un fiore è il pretesto per l’esplosione astratta. (“Fiore” , “Tulipani”, “Riflessi del mare”e “Agonia della foresta”)

Composizione, linee e dinamismo

Studiata e attenta negli astratti sono la composizione e la tensione di forze interne che la animano.
Ad esempio “Luce” è un caso di dinamismo estremo con tendenze centrifughe date dalle pennellate.
In altre composizioni come “Momenti di tensione” sembrano muoversi,in maniera scomposta, degli elementi minimali nello spazio.
Fa eccezione solo “Il mistero dell’uomo” per la sua calma apparente, dove la scansione di superfici monocrome fa da palcoscenico a pennellate chiare e forti, isolate e pulsanti.
Il dinamismo è la chiave di molte composizioni, ricreate dalle linee impalpabili delle pennellate o delle spatolate.
“Volando nel blu” è un chiaro caso di esposizione del linguaggio puro. In quest’opera dinamismo, linea e pennellata sono i veri protagonisti della scena al punto da far trasparire la superficie monocroma della tela, quasi fosse un messaggio scritto con gli elementi puri della pittura sulla superficie dell’ipotetico foglio.

Colore

L’uso del colore va da tonalità delicate dei paesaggi come “Silenzio” ai forti contrasti di colori puri di “Gorgonia” e “Dedicato a tutte le palme”. Toni caldi con accostamenti di contrasti cromatici si hanno anche nelle varie sperimentazioni dei fiori, a cui si avvicenda anche l’uso del bianco.
Sono tutte fasicromatiche che si diversificano in base alla forza emotiva che li costituisce,  ina una strana equivalenza di situazioni estreme tra stasi e dinamismo.
Un caso a sé “Isola rossa” un paesaggio che per la forte componente della pennellata si pone tra estratto e figurazione, dove l’uso dei contrasti cromatici si accompagna alle differenti tipologie di pennellata, dalla virgolettata a quella allungata divisionista a vorticosa espressionista.
Si tratta di un chiaro compendio di tecniche, sapientemente acquisite e rielaborate in forma decisa al punto da giocare anche su valenze luministiche date solo dall’impostazione delle cromie, non più naturalistiche, ma puramente espressive.
È una materializzazione cromatica di mondi altri dove pennellata e colore creano tempeste di sinfonie cromatiche, come “Tulipani” e “Verde olio”, dove la spatola è strumento e chiave della composizione.

 Da quest’analisi si evince che Missorici è un artista poliedrico e sperimentale, aperto a innovazioni ed evoluzioni tecniche. Attualmente continua a spaziare la produzione pittorica tra questi settori.

Ombretta Di Bella

(1)