Relazione critica sulle opere dell’artista Marina Pappalardo

Percorso tecnico – filosofico dell’artista fino ad oggi

La produzione iniziale è caratterizzata da varie sperimentazioni, da quelle impressioniste alle icone religiose, fino a legare la fotografia e la passione per il nudo.
Tra queste si denota un profondo valore morale.

Finiti gli studi ha iniziato a slegarsi dal metodo accademico, dedicandosi pienamente alla produzione di ritratti e dipinti dal vero, facendo diversi dipinti su commissione: ritratti, icone e paesaggi.
Nelle opere personali si nota un senso del fantastico, onirico, a metà tra il fantasy e il simbolismo.

Disegni e ritratti a carboncino

Sin dai primi studi si evince, nella scelta di soggetti umani, la passione per il ritratto e la figura. Il segno e il colore sono valorizzati alla stessa stregua, senza che uno prevalga l’altro.

I disegni mostrano l’attento studio del segno, delle ombre e degli effetti chiaroscurali, senza tralasciare dettagli. Essi rappresentano studi di figure umane in diverse pose e situazioni, come studio d’incarnato e di modellazione plastica, ma anche di postura. I ritratti si concentrano principalmente sulla mimica, l’espressività e i fattori di somiglianza. Uno dei punti forti dell’artista è la resa di questi ultimi elementi, determinanti per la chiara riuscita di un ritratto conforme.

Un caso a parte sono le icone bizantine, sperimentazioni in fase iniziale che l’artista ha voluto provare nel corso della sua evoluzione artistica, per incrementare la conoscenza dei materiali come l’uso delle tempere e della foglia d’oro, e stilisticamente la stilizzazione della forma.

La tecnica

Nelle opere in generale si denota un elegante uso delle linee e dei giochi chiaroscurali, ma soprattutto una preferenza di toni che, anche nei casi di minore libertà dei ritratti su commissione, denotano una prevalenza di toni caldi e vivi, sinonimo di un animo sensibile.

L’uso dell’olio nelle tele si diversifica in base ai soggetti trattati. Le pennellate appaiono vorticose dove si vuole accentuare un senso di dinamismo (vedi “Maternità”) e slavate e leggere, dove si vuole ricreare un senso estatico (vedi “L’attesa”). La pennellata diviene strumento, ma anche segno significante e autoreferenziale nel caso in cui il soggetto è solo un mezzo per dar vita a giochi cromatici. Ad esempio, in “Gatto” il soggetto è solo un pretesto per un gioco di cromatismo a limite tra la macchia e il fauve.

Nei ritratti umani non si può non evidenziare come le ombre e le velature siano attenzionate per fomentare l’espressività e il realismo dei soggetti, seppur sempre il tutto sia sottolineato da colori vivaci, mai totalmente cupi.

I dipinti

I soggetti trattati spaziano dai ritratti di figura, di animali, paesaggi e nature morte.

A questi si aggiungono i progetti artistici, attraverso i quali l’artista Marina Pappalardo affronta varie problematiche come quella del Pudore, operando una pittura costruita da variazioni termiche di immagini fotografiche, ingrandite su tele di grandi dimensioni. È un ciclo che si distingue per la singolarità dell’uso della pennellata e dei colori, alla stregua di pannelli fotografici. In queste tele, la pennellata diviene cosi leggera da essere impalpabile e la posa cosi ardita da essere al limite della censura, ma il senso del tema e della tecnica è di natura ambigua.

L’ambiguità è data dal fatto che l’artista vuole tutelare la donna dalla mercificazione del corpo, esponendo alcuni frammenti di un corpo che, tuttavia, appaiono come immagini rubate, di fronte alla quale la donna può difendersi semplicemente coprendosi. Questo tema è stato ampliamente affrontato presso la mostra personale svoltasi a Giarre (vedi link nella sezione articoli).

Altri temi affrontati sono la “Maternità”, concetto ricreato attraverso l’immagine di un ventre trattenuto dove posa, pennellata e colore creano un dinamismo e una forza concentrica straordinaria. In quest’opera la pennellata si increspa corposamente in maniera pastosa e materica.

Un caso a sé è rappresentato dalle sirene, tema simbolico della donna metà divinità, cara alla cultura pagana, ma anche all’immaginifico fanciullesco delle ragazze, che vivono in modi paradisiaci, che ben rievocano le coste siciliane.

I ritratti

I ritratti (sia di animali, sia umani) sono realizzati dal vivo o tramite l’ausilio di fotografie, presso varie estemporanee e su richiesta dei vari committenti. Questo sottolinea la voglia di crescita costante della tecnica e la passione per il proprio mestiere di “ritrattista”. Si tratta di opere dai vari formati, come le sperimentazioni sulle espressioni degli autoritratti che si focalizzano su alcune parti del viso in piccoli formati a uso cartolina, che l’artista si diletta a realizzare.

Dei ritratti si ha una chiara visione sia di quelli eseguiti dal vivo in estemporanea, a carboncino, sia di quelli eseguiti a olio in estemporanea o presso il proprio studio. Si diletta a ritrarre qualsiasi soggetto e a seguirne i tratti somatici e l’espressività, per ricreare l’effetto cromatico realistico il più possibile attinente al vero.

I paesaggi

La produzione dell’artista si concentra su paesaggi di paesi, scorci di città, ecc. Un chiaro esempio è dato da “Scorcio di Ficarra” dove la rappresentazione è un mezzo per manifestare un’epifania di colori. Gli accostamenti termici, armonici ed equilibrati dell’opera animano una composizione “ricreata” dal pennello. Non si tratta di riproduzione fedele, ma materica di un paesaggio, “espressiva” in quanto trova espressione nella pennellata e nel colore.

Nature morte

Le nature morte vedono prevalere scorci di finestra e di natura dai toni tenui, linee eleganti e pose delicate. Il tutto costruito su una composizione non troppo forzata, tendenzialmente naturale a limite tra accademia e quotidiano.

Ombretta Di Bella